Ha gli stessi anni trascorsi da quando la Fiorentina vinse per l'ultima
volta lo scudetto. A Reconquista i genitori di Gabriel si trasferirono
quando lui aveva sei anni. Era nato ad Avellaneda, più a nord verso
l’Uruguay. Il padre commerciante di carne e la madre segretaria
scolastica assecondarono inizialmente quel loro figlio irrequieto che
sembrava manifestare interesse solo per pallavolo e pallacanestro. Ma
nel paese di Maradona era difficile restare lontani dal calcio, e così a
sedici anni il giovane Gabriel trovò i due amori della sua vita: il futebol, appunto, e Irina Fernàndez.
Inizialmente, i suoi compatrioti lo chiamavano el Gringo, per i
suoi capelli biondi. Quando arrivò in Italia, acquistato da Mario e
Vittorio Cecchi Gori come completamento dell’operazione Diego Latorre, i
tifosi viola inizialmente lo soprannominarono camion, per i suoi
fondamentali ed i suoi movimenti un po’ grezzi, nonostante Gabriel
venisse già da una Coppa America vinta con la sua nazionale nel 1991 e
di cui era stato anche il capocannoniere con 5 gol.
I tifosi fiorentini sono esigenti, si sa, ma l’argentino era un gran
lavoratore e un gran carattere. Dopo un anno di duro allenamento, gli
stessi tifosi lo chiamavano Batigol. Dopo gli scontri iniziali
con i compagni di squadra che, capitanati proprio da Dunga, gli
preferivano Stefano Borgonovo, Batistuta dal 1992 si prese la
Fiorentina, e ne rimase il signore incontrastato fino al 2000, quando la
paura di finire la carriera senza aver vinto almeno un titolo nazionale
lo spinse ad emigrare a Roma.
Nei 9 anni trascorsi a Firenze, Batigol diventò il capocannoniere viola
più prolifico di tutti i tempi, superando Hamrin di un gol, 151 a 150.
Suo anche il record di giornate a segno consecutive, 13, strappato a
Ezio Pascutti del mitico Bologna del 1964, sua la classifica cannonieri
italiana per due stagioni consecutive dal 1994 al 1996. Sue le lacrime
per la retrocessione della Fiorentina in serie B nel 1993, e la
decisione immediata di restare per contribuire alla risalita immediata
della squadra nella massima serie. Sue le ultime immagini trionfali di
un giocatore vestito della maglia viola, dal gol con il quale la
Fiorentina sbancò Wembley ed eliminò l’Arsenal dalla Champion’s League a
quello con il quale zittì in Nou Camp di Barcellona gelando una squadra
blaugrana non meno forte di quella attuale. Suoi 168 gol complessivi in
269 partite in viola, ed un posto nel cuore dei tifosi che niente o
nessuno potranno mai insidiare.
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