A partire dagli anni 50, alla Fiorentina non arrivarono soltanto grandi
numeri 10, o grandi ali destre e sinistre. Ad eccitare la fantasia dei
tifosi e a contribuire ai grandi risultati della squadra viola, prese il
via quella che sarebbe stata una costante nei decenni successivi: la
dinastia dei grandi portieri. Giuliano Sarti da Caste’ d’Erzen (Castello
d’Argile, in provincia di Bologna) arrivò alla Fiorentina poco più che
ventenne per fare da riserva all'ottimo Leonardo Costagliola, ormai a
fine carriera. Nell’aprile 1955 si ritrovò ad esordire tra i pali della
porta gigliata, e vi rimase fino al 1963.
La storia di Giuliano Sarti è la storia della Fiorentina del primo
scudetto e dei successivi quattro secondi posti in campionato, della
Coppa Italia e della Coppa delle Coppe vinte nel 1961. Alla sua scuola
si formò quello che sarebbe stato il suo successore, Enrico Albertosi,
un altro grande. Della sua umanità si gratificarono un po’ tutti,
compagni di squadra e giocatori. Nel 1963 lasciò la Fiorentina nelle
mani di Ricky per andare alla grande Inter di Helenio Herrera, con la
quale vinse, tra l'altro, quella Coppa dei Campioni che con i viola
aveva solo sfiorato, fermato dal Real Madrid di Di Stefano e dei
campioni ungheresi. «Più che una partita, una corrida. Centomila
spettatori contro di noi. Ma resistemmo, fino a pochi minuti dalla fine.
Un rigore per un fallo commesso cinque metri fuori dall’area»,
racconterà poi.
Chiuse la sua carriera nel 1970, carico di trofei. Ma la parte migliore
della sua leggenda, forse, cominciò proprio allora. Uomo serio,
attaccatissimo alla famiglia (colpito in epoca recente dalla stessa
disgrazia capitata a un altro dei suoi successori, Giovanni Galli) ed
agli amici, amichevole con chiunque lo avvicinava.
Chi l’ha conosciuto, racconta delle favolose estati degli anni sessanta
al Bagno Italia a Castiglioncello, dove insieme a Kurt Hamrin (spesso
suo ospite con la famiglia) teneva banco firmando autografi e parlando
con i tifosi senza mai dire di no a nessuno.
E la sera, spesso, quando iniziavano a chiudere gli ombrelloni e il sole
calava pian piano, Giuliano faceva due mucchietti di sabbia e si
metteva in porta, ed i bambini della spiaggia (spesso una decina e più)
dovevano tentare di bucarlo. Era così bravo che ogni tanto riusciva a
farsi bucare senza che loro se ne accorgessero, potendo quindi andar
fieri della rete inflitta a Sarti. Un altro grande uomo e grande
campione che alla fine ha scelto di restare a vivere qui, a Firenze.
Chissà perché, alla fine, scelgono tutti di restare, o di tornare qui.
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