venerdì 1 gennaio 2016

Canzone Viola, l'inno più antico d'Italia

Antonello Venditti non si riconosceva più nella Roma attuale, e chiese che l’A.S. Roma togliesse l’inno che le regalò nel 1983, quel Roma, Roma, Roma che tutto l’Olimpico canta in coro ancor oggi quando la squadra giallorossa scende in campo. Rosita Celentano chiese i diritti d’autore all’Inter di Moratti per lo sfruttamento dell’Inno Pazza Inter composto a suo tempo da Paolo Barillari e Dino Stewart, di cui sono attualmente proprietari proprio la figlia del Molleggiato e la sua casa discografica Luna Park. Moratti rispose tornando al vecchio (e gratuito) C’è solo l’Inter.
Tempi duri per alcune ex grandi in difficoltà del nostro calcio, colpa del fair play finanziario in entrambi i casi? Di sicuro, tempi duri per i loro Inni. Chi non corre pericoli, né mai li correrà perché da queste parti la questione è fuori discussione da sempre (tranne che per un breve periodo sotto la gestione Pontello) è l’Inno della Fiorentina. Quella Canzone Viola che viene cantata a squarciagola al Franchi tutte le domeniche che Dio mette in terra e che la squadra viola gioca in casa. 
Pochi lo sanno, ma di tutti gli inni delle squadre di calcio italiane quello della Fiorentina è il più antico. Il testo risale addirittura al 1930, l’A.C. Fiorentina era stata costituita da appena 4 anni e la squadra che solo da un anno aveva scolorito le maglie biancorosse in quelle viola giocava ancora in Via Bellini, mentre lo Stadio Giovanni Berta, poi Comunale, poi Artemio Franchi era in costruzione. Tra i tifosi veniva distribuito prima delle partite un volantino con le parole di Enzo Marcacci musicate dal maestro Marco Vinicio. Quello che questi tifosi, per iniziativa dell’Ordine del Marzocco (che si può considerare il precursore degli odierni Viola Club), presero a cantare a squarciagola per incitare i loro beniamini Petrone & C. ebbe un tale successo che alla fine l’editore musicale Marcello Manni ne comprò i diritti e lo pubblicò in vinile.
Da allora, Canzone Viola altrimenti intitolata Oh Fiorentina divenne parte integrante della colonna sonora cittadina, al pari di capolavori come Firenze sogna, Mattinata fiorentina o La porti un bacione a Firenze. E al pari di questi capolavori, trovò il suo degno interprete nel cantante-tifoso Narciso Parigi. Era il 1959, nel frattempo la Fiorentina aveva trionfato nel primo campionato della sua storia, e siccome anche negli anni successivi al ’56 la squadra viola si manteneva ad altissimi livelli, l’inno rinfrescato dalla splendida voce di Narciso Parigi parve un’ottima idea. A parte l’aneddoto secondo cui Parigi si trovava a Milano ad incidere la sua versione e per avere un coro adeguato si dovette rivolgere a dei giocatori dell’Inter che si resero disponibili (tra cui il fiorentino Egisto Pandolfini, tifosissimo viola), la versione del 1959 riuscì splendidamente e divenne quella definitiva, Narciso Parigi ne comprò poi i diritti, e da quel momento a nessuno venne più in mente di metterla in discussione.
Oddio, a quasi nessuno. Quando nel 1980 i Pontello comprarono la Fiorentina, per dare un segno di cambiamento tangibile rispetto al passato pensarono bene di andare a “innovare” rispetto a due delle cose a cui i fiorentini tenevano di più: la maglia e l’inno viola. La storica maglia con il giglio dei due scudetti fu sostituita da un’altra viola acceso su cui campeggiava un giglio-alabarda (che qualcuno per la verità assimilò a ben altro, per esempio ad un organo sessuale maschile ritratto, diciamo così, non nel suo momento migliore, ….). L’inno di Narciso Parigi invece fu sostituito con un motivetto in stile bossanova intitolato Alé Fiorentina. La squadra messa in campo dai Pontello piacque molto, ed arrivò a sfiorare il terzo scudetto. Maglia ed Inno cambiati non piacquero per niente, e quando Cecchi Gori comprò la Fiorentina e restaurò le versioni storiche di entrambe, ai fiorentini parve solo un atto dovuto e basta.
Se Liverpool quindi ha la sua splendida “You’ll never walk alone”, Firenze risponde con “Garrisca al vento il labaro viola”. E giova ricordare che l’ultima volta che le due squadre si sono incontrate, a cantare erano solo i fiorentini, sia al Franchi che ad Anfield Road.

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