Real Madrid sul tetto d’Europa. La sospirata “decima” è arrivata, anche
se con gran fatica. Al 92’ era campione l’Atletico, dopo la papera di Iker
Casillas. Al 93’ il pareggio di Sergio Ramos, quando forse nessuno dei merengues ci credeva più. Poi ai
supplementari ha vinto chi aveva ancora un pizzico di fiato e di classe da
spendere. Bale, Marcelo e Cristiano Ronaldo ce li hanno solo i blancos, e in questo momento fanno la
differenza.
Real Madrid più leader che mai in Europa, dunque, con le sue 10
Champions’ vinte, o Coppe dei Campioni come si chiamavano una volta. Primo
posto in solitario, con il Milan staccato di 3 lunghezze, Bayern e Liverpool di
5, Barcellona e Ajax di 6. Spagna ancora in festa, la finale è stata un derby iberico,
i campioni del mondo tutt’ora in carica collezionano il quattordicesimo trofeo
continentale, staccando di 2 lunghezze Italia ed Inghilterra.
La storia del calcio ormai si fa lontano dalla nostra penisola, a
livello di Nazionali come di Club. Eppure era cominciata qui. La Coppa con le
orecchie fu istituita nel 1956, le prime cinque edizioni consecutive le vinse –
manco a dirlo – proprio il Real, alla seconda ed alla terza battendo proprio
due squadre italiane, nel 1957 la Fiorentina e nel 1958 il Milan. Con
sofferenza e con fatica: contro i gigliati a venti minuti dalla fine il
risultato fu sbloccato da un rigore inesistente fischiato dall’arbitro olandese
Leopold Sylvain Horn per fallo di Magnini su Mateos, ampiamente fuori area.
L’anno dopo i rossoneri portarono i fortissimi merengues ai supplementari, prima di cedere per 3-2.
Di Stefano trasforma il rigore battendo Sarti |
La Fiorentina fu la prima squadra italiana a raggiungere una finale
europea in assoluto. Nel 1957 veniva dalla trionfale stagione del primo
scudetto e da una difesa onorevolissima del titolo contro il Milan, dietro cui
era arrivata seconda. In Coppa, aveva superato il Norkoepping, il Grasshoppers
e la Stella Rossa di Belgrado. Il Real, detentore della coppa conquistata
l’anno prima al Parco dei Principi di Parigi contro lo Stade Reims nella prima
edizione, aveva superato Rapid Vienna, Nizza e Manchester United. Entrambe le
squadre erano teste di serie, esentate pertanto dai turni preliminari.
Per quella finale scesero in campo da una parte Juan Alonso Adelarpe,
Manuel Torres, Marquitos, Rafael Lesmes, Miguel Munoz, José Maria Zarraga,
Raymond Kopa, Enrique Mateos, Alfredo Di Stefano, Hector Rial, Francisco Gento.
Dall’altra Sarti, Magnini, Cervato, Orzan, Scaramucci, Segato, Julinho,
Gratton, Virgili, Montuori, Bizzarri. Tra i viola spiccava l’assenza di Beppe
Chiappella, il regista della difesa, infortunatosi durante una partita della
Nazionale. Il luogo della finale era il Santiago Bernabeu di Madrid, il Real
giocava in casa. Era il 30 maggio 1957.
Giuliano Sarti, leggendario portiere viola
di quegli anni, ha raccontato il clima di quella storica partita: «Più che una partita, una corrida. Centomila spettatori
contro di noi. Ma resistemmo, fino a pochi minuti dalla fine. Un rigore per un
fallo commesso cinque metri fuori dall’area». I blancos erano fortissimi, probabilmente in quel momento la squadra
più forte del mondo, con Di Stefano e Gento - che segnò il raddoppio madridista
cinque minuti dopo il rigore - fuoriclasse inarrivabili. Ma i viola non erano
poi da meno, e senza la svista di Horn chissà come sarebbe andata a finire.
Forse come ieri sera? Chissà.
Il gagliardetto viola al Museo del Real Madrid |
In ogni caso, resta alla
Fiorentina l’onore di aver portato per prima in Europa il proprio gagliardetto
in una finale, quel gagliardetto che è conservato adesso nel Museo del Bernabeu.
E di essere stata, tra le dieci contendenti del Real, una di quelle che hanno
meglio figurato.
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