venerdì 1 gennaio 2016

10 volte Real, e un po' di Fiorentina

Real Madrid sul tetto d’Europa. La sospirata “decima” è arrivata, anche se con gran fatica. Al 92’ era campione l’Atletico, dopo la papera di Iker Casillas. Al 93’ il pareggio di Sergio Ramos, quando forse nessuno dei merengues ci credeva più. Poi ai supplementari ha vinto chi aveva ancora un pizzico di fiato e di classe da spendere. Bale, Marcelo e Cristiano Ronaldo ce li hanno solo i blancos, e in questo momento fanno la differenza.
Real Madrid più leader che mai in Europa, dunque, con le sue 10 Champions’ vinte, o Coppe dei Campioni come si chiamavano una volta. Primo posto in solitario, con il Milan staccato di 3 lunghezze, Bayern e Liverpool di 5, Barcellona e Ajax di 6. Spagna ancora in festa, la finale è stata un derby iberico, i campioni del mondo tutt’ora in carica collezionano il quattordicesimo trofeo continentale, staccando di 2 lunghezze Italia ed Inghilterra.
La storia del calcio ormai si fa lontano dalla nostra penisola, a livello di Nazionali come di Club. Eppure era cominciata qui. La Coppa con le orecchie fu istituita nel 1956, le prime cinque edizioni consecutive le vinse – manco a dirlo – proprio il Real, alla seconda ed alla terza battendo proprio due squadre italiane, nel 1957 la Fiorentina e nel 1958 il Milan. Con sofferenza e con fatica: contro i gigliati a venti minuti dalla fine il risultato fu sbloccato da un rigore inesistente fischiato dall’arbitro olandese Leopold Sylvain Horn per fallo di Magnini su Mateos, ampiamente fuori area. L’anno dopo i rossoneri portarono i fortissimi merengues ai supplementari, prima di cedere per 3-2.
Di Stefano trasforma il rigore battendo Sarti
La Fiorentina fu la prima squadra italiana a raggiungere una finale europea in assoluto. Nel 1957 veniva dalla trionfale stagione del primo scudetto e da una difesa onorevolissima del titolo contro il Milan, dietro cui era arrivata seconda. In Coppa, aveva superato il Norkoepping, il Grasshoppers e la Stella Rossa di Belgrado. Il Real, detentore della coppa conquistata l’anno prima al Parco dei Principi di Parigi contro lo Stade Reims nella prima edizione, aveva superato Rapid Vienna, Nizza e Manchester United. Entrambe le squadre erano teste di serie, esentate pertanto dai turni preliminari.
Per quella finale scesero in campo da una parte Juan Alonso Adelarpe, Manuel Torres, Marquitos, Rafael Lesmes, Miguel Munoz, José Maria Zarraga, Raymond Kopa, Enrique Mateos, Alfredo Di Stefano, Hector Rial, Francisco Gento. Dall’altra Sarti, Magnini, Cervato, Orzan, Scaramucci, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Bizzarri. Tra i viola spiccava l’assenza di Beppe Chiappella, il regista della difesa, infortunatosi durante una partita della Nazionale. Il luogo della finale era il Santiago Bernabeu di Madrid, il Real giocava in casa. Era il 30 maggio 1957.
Giuliano Sarti, leggendario portiere viola di quegli anni, ha raccontato il clima di quella storica partita: «Più che una partita, una corrida. Centomila spettatori contro di noi. Ma resistemmo, fino a pochi minuti dalla fine. Un rigore per un fallo commesso cinque metri fuori dall’area». I blancos erano fortissimi, probabilmente in quel momento la squadra più forte del mondo, con Di Stefano e Gento - che segnò il raddoppio madridista cinque minuti dopo il rigore - fuoriclasse inarrivabili. Ma i viola non erano poi da meno, e senza la svista di Horn chissà come sarebbe andata a finire. Forse come ieri sera? Chissà.
Il gagliardetto viola al Museo del Real Madrid

In ogni caso, resta alla Fiorentina l’onore di aver portato per prima in Europa il proprio gagliardetto in una finale, quel gagliardetto che è conservato adesso nel Museo del Bernabeu. E di essere stata, tra le dieci contendenti del Real, una di quelle che hanno meglio figurato.

Nessun commento:

Posta un commento