lunedì 30 gennaio 2017

Hic sunt clientes





Leggo le solite recriminazioni sull'arbitraggio. Finché non si perderà l'attitudine al vittimismo, non andremo mai da nessuna parte (ammesso che con questa proprietà si possa mai andare da qualche parte).
Anzitutto, il fallo di mano di Bernardeschi sulla linea di porta c'é, ed è di quelli che un arbitro qualsiasi è portato a valutare come determinante e volontario.
Dopodiche, a norma del regolamento attuale, rigore ed espulsione vengono di conseguenza. Sono il primo a considerare l'estromissione di Federico dal match, e la conseguente squalifica per Roma (o Pescara?) come una disgrazia, ma l'episodio purtroppo è ineccepibile per come è stato gestito. Sui fuorigioco e i cartellini prima dopo e durante, soliti discorsi. Ci stanno bene quando sono a favore nostro, ci scatenano il complottismo endemico quando sono contro. Siamo diventati dei "Piagnoni" peggio di quelli di Savonarola.
Questione gestione societaria. Ragazzi, è questa. E non da ora, dai tempi di Prandelli. Cambiano gli allenatori, i giocatori, il prodotto non cambia. Questi due venuti dalle Marche sono due avventurieri, due incapaci, due arruffoni, due mestieranti, non so più come definirli, figuriamoci insultarli. Hanno arraffato una società di calcio per diventare qualcuno, otterranno il risultato di far diventare la Fiorentina NESSUNO. Quando poi la squadra finisce in mano ad un altro incapace come Paulo Sousa, e grazie alle campagne acquisti napoleoniche degli ultimi anni ti ritrovi ad andare a Pescara con una linea difensiva così configurata: De Maio, Sanchez, Tomovic (e meno male che si va a Pescara), il mazzo è completo. Ci si meraviglia ancora di qualcosa?
P.S. Vorrei dire in faccia a Sousa una cosa soltanto: con la squalifica di Bernardeschi domenica a chi li romperai i coglioni con le tue decisioni del cazzo?
Terzo, e concludo. Leggo di gente che ancora si lamenta del tifo. Abbonati e spettatori paganti che non cantano più, non si entusiasmano più, non "tifano" più. Il processo di involuzione di Firenze, dei fiorentini, della Fiorentina, della fiorentinità è in atto da più di vent'anni (e non la butto in politica volutamente, altrimenti....). I della Valle hanno dato soltanto la "mano di coppale", come si diceva una volta. Ai vecchi fiorentini questi due signorotti venuti dalle Marche sarebbero venuti sul cazzo in un battibaleno, e qualcuno o prima o dopo avrebbe corso, o per il Viale dei Mille, o in Piazza Savonarola, o verso la Consuma. Quella gente non c'é più. Non ci siamo più. Siamo diventati un popolo che ingoia tutto. Come le puttane.
Quando Mario Cognigni certificò la morte del "tifoso" e la sua sostituzione con il "cliente", dimenticò di specificare se quel termine lo usava nell'accezione ragionieristica o in quella latina. Chi ha fatto studi classici sa che in latino "clientes" significa "tributari", coloro cioé che bazzicavano i palazzi dei Patrizi, dei grandi signori, perché campavano di briciole gettate loro dal tavolo di quei signori, svolgevano attività collaterali utili alla casa ed alle proprietà di quei signori, facevano parte della plebe che in un modo o nell'altro sbarcava il lunario grazie alla benevolenza o all'indotto delle attività di quei signori.
Questo è diventata la gente che va allo stadio, o si mette davanti a Sky. E' chiaro che mettersi in discussione per questa "clientela" è devastante, il lavoro di psicoanalisi su se stessi è uno dei più difficili e ingrati. Molto più facile dare le colpe di tutti i mali ai complotti, agli arbitri, a Tomovic. Mai, comunque, MAI, MAI, MAI ai fratelli Labionda - Della Valle.
Alla prossima, con gli stessi discorsi.