venerdì 1 gennaio 2016

Zarate Kid è tornato



Sessantesimo minuto di Fiorentina - Qarabag. Il risultato ormai è ampiamente a posto per la Fiorentina, ed il suo allenatore decide che è il caso di dare un’occhiata alle condizioni in cui si trova quella che dovrebbe essere una delle armi migliori della sua squadra e che invece – per vicissitudini di natura personale – negli ultimi tempi si è perso completamente di vista.
Non è dato sapere quanto ci creda veramente Paulo Sousa, quando manda in campo Mauro Zarate al posto di Nikola Kalinic. Quanto ci creda Maurito lo si capisce un minuto dopo, quando il portiere Sehic della squadra ospite deve andare a raccogliere in fondo alla rete il pallone del 4 – 0, scagliato dal piede nobile dell’argentino caricato in maniera esplosiva da una voglia di spaccare un mondo diventatogli improvvisamente ostile. Un gol di quelli che una volta, quando il calcio era fatto anche di iperboli ispirate da grandi gesti tecnici di grandissimi campioni, si chiamava eurogol.
Sul prato del Franchi si rivede qualcosa che ormai appartiene ad un passato glorioso, ma che comincia ad avere i colori sbiaditi delle immagini invecchiate dal gran tempo passato. Esattamente vent’anni fa, a San Siro, dopo aver segnato anche lui un eurogol, un marito che aveva da dire qualcosa di importante alla propria moglie si gettò sulla più vicina telecamera per rilasciarle in mondovisione al sua dichiarazione. Si chiamava Omar Gabriel Batistuta, sì, proprio colui che domani riceverà la cittadinanza onoraria di Firenze. E che Firenze, al pari di sua moglie Irina, non è più riuscita a levarsi dal cuore.
Vent’anni dopo, un altro argentino termina la sua corsa festante davanti alla telecamera. Anche lui ha da dire qualcosa di importante a sua moglie, che in questo momento combatte in una partita molto più importante e difficile della sua. Lo fa non con le parole, ma con la scritta che porta sulla maglietta che indossa sotto quella viola d’ordinanza. Gracias Dios Nat te amo. Maurito si becca l’ammonizione prevista dal regolamento, ma in quel momento non ha importanza per nessuno. ciò che importa è che lui riesca a stringere la gola del Franchi per la commozione allo stesso modo del suo connazionale di vent’anni prima. I paragoni sono sempre scomodi e pericolosi, ma stasera accostare Mauro Zarate a Gabriel Batistuta è assolutamente lecito. Anzi, è doveroso.
Nat è Nathalie Weber, la bella moglie di Maurito che si è scoperta affetta da uno dei mali del secolo, e che da tutta l’estate ci sta combattendo contro. Suo marito, per starle vicino, ha dovuto saltare praticamente tutta la preparazione estiva e l’avvio di campionato. Lo davano per affranto, con la testa ormai lontana dal pallone, dal suo mestiere.
Eccolo qui invece. Eurogol al 61’, bis al 77’, con una punizione che ricorda quelle che tirava un altro fenomeno viola, Adrian Mutu. O Manuel Rui Costa, se si vuole tornare indietro fino a quelle immagini ingiallite ormai, ma che ci portiamo tutti dentro il portafoglio insieme a quelle dei figli.
Mauro Zarate con la moglie Natalie ed i figli Mia e Rocco
Grazie a tutti per i messaggi e l’affetto che mi dimostrate in questo momento difficile, grazie alla mia famiglia, gli amici e i miei figli che mi danno la forza di andare avanti e soprattutto per la più bella e coraggiosa donna al mondo. Ti amo amore, sei tutta la mia vita”. E’ la dedica finale di Maurito per una serata che lo riconsegna a Firenze come prima, più di prima.
La vita mette a dura prova, a volte. Chi supera queste prove, o comunque sopravvive loro, può dirsi un uomo o una donna decisamente migliore. Zarate Kid e sua moglie Nathalie sembravano due baciati dalla fortuna, calciatore di successo lui, modella di altrettanto successo lei. Adesso scoprono che l’unica vera fortuna è stata esser l’uno al fianco dell’altra, nel momento più difficile.
Lei affronta una convalescenza difficile, come sa chiunque abbia affrontato il suo male. Lui si ritrova con la voglia di spaccare il mondo, e comincia non appena il mister lo rimanda in campo. Firenze assiste estasiata ai suoi eurogol, dopo aver assistito con compostezza al suo dramma nei mesi scorsi. E scopre di voler stare vicino al suo talento, nella buona come nella cattiva sorte.
Forse è tardi per diventare l’erede di quell’altro argentino, quello di vent’anni fa. Ma Maurito è in tempo a scrivere qualche pagina di storia viola. E c’è da scommettere che se aspirerà prima o poi alla cittadinanza di questa città, a definirla anche lui su casa, nessuno si sentirà di negarglielo.
Zarate Kid è tornato, que viva Zarate Kid.

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