L’estate del 2003 è uno di quei
momenti in cui il calcio italiano si gioca la sua credibilità. E la perde,
regolarmente. Il vulcanico Luciano Gaucci, in quel momento ancora “benemerito”
per una parte del sistema, ottiene per il suo Catania l’estensione della Serie
B a 24 squadre, a risarcimento di presunti torti subiti da quella che all’epoca
è la sua seconda squadra. Ciò significa ripescaggio dalla C1 di almeno 4
squadre, per determinare le quali viene scelto il criterio del “blasone”, che
premia la neopromossa Fiorentina.
Dopo una campagna acquisti
condotta in funzione della C1, che ha visto arrivare altre promesse di quegli
anni come Christian Maggio e Sebastian Cejas, ci si dispone ad affrontare una
durissima Serie B. Un’impresa da far tremare i polsi a tanti, ma non ai nostri
capitani coraggiosi, Gino Salica e Giovanni Galli, che dichiarano apertamente
di puntare alla Serie A come obbiettivo della stagione.
I fatti dicono altrimenti. La
squadra allenata da Cavasin stenta, e a gennaio è chiaro che se l’obbiettivo
deve essere centrato, al di là dei bei discorsi servono rinforzi consistenti.
Che peraltro arrivano. All’epoca i fratelli Della Valle non badano a spese. Al
mercato di riparazione vengono acquistati da Giovanni Galli e Fabrizio Lucchesi
(arrivato in autunno a rinforzare lo staff con la qualifica di Direttore
Generale) ben 11 giocatori, tra cui il greco Zizis Vryzas, che va ad affiancare
il bomber Christian Riganò, cannoniere efficace anche nella serie cadetta.
I risultati però non cambiano,
Diego Della Valle perde la calma: viene esonerato Cavasin, ed al suo posto
chiamato il tecnico-tifoso Emiliano Mondonico, con il preciso incarico di agganciare
quel sesto posto che darebbe il diritto a giocare il play-off con la
quart’ultima della serie A. Mondo è un grande navigatore della serie B. Vryzas
giustifica i soldi spesi per prenderlo firmando il gol vittoria contro il
Palermo capolista.
Da quel momento la Fiorentina ne
vince cinque a fila, e il sesto posto è suo. Si giocherà lo spareggio, e un
destino che quell’anno pare volersi divertire mette di fronte alla Fiorentina
di nuovo il buon Gaucci, questa volta con la sua prima squadra, il Perugia.
I grifoni umbri per la verità
hanno giocato un campionato “alla meno”, come si dice. Squadra abbastanza
forte, nel girone di ritorno è andata in crisi di risultati fino a scivolare
alla posizione che ora ce la fa incontrare nel doppio spareggio. Sembra una
squadra troppo forte per la portata viola, eppure i nostri partono per Perugia
fiduciosi. Tanta è forse la voglia di riprenderci il posto che ci compete.
A Perugia, avviene il miracolo.
Dopo soli tre minuti di gioco, Enrico Fantini – giocatore fino a quel momento
rimasto all’oscuro delle cronache – segna un gol splendido, che è rimasto nel
cuore dei tifosi viola. La Fiorentina lo tiene giocando bene per i restanti 87
minuti, mettendo sotto un Perugia impaurito e contratto (c’è chi dice che le
motivazioni della prestazioni sono altre, anche alla luce della successiva fuga
a Santo Domingo di Gaucci, ma si tratta di illazioni che non sono mai state
provate). Nel match di ritorno, i grifoni provano a reagire, ci mettono paura
con l’ineffabile Do Prado, ma ancora Fantini si dimostra l’eroe del momento e
chiude il conto.
Nessun commento:
Posta un commento