lunedì 1 febbraio 2016

I dieci giorni che sconvolsero la Fiorentina: 9) Il sogno di Prandelli

2007-2012: un quinquennio di luci e ombre, gioie e dolori, struggenti ricordi e cocenti delusioni in salsa viola, difficili da dimenticare e, forse, anche da raccontare. Il campionato 2007-2008 regala alla Fiorentina l’accesso al preliminare di Champion’s League: uno zuccherino che fa rimettere la bocca dopo l’amara sconfitta, ai rigori, nella semifinale di Coppa Uefa contro i Rangers Glasgow.
Nella stagione successiva l’avventura europea finisce nella fase a gironi, ma l’appuntamento con l’Europa che conta è solo rinviato di un anno, perché con il piazzamento in campionato la Fiorentina si riqualifica. Nella stagione 2009-2010 i Viola superano la fase a gironi della Champion’s League come primi classificati battendo, per ben due volte, il Liverpool.
Agli ottavi, più che il Bayern, è l’inconcepibile e indimenticabile Ovrebo a disintegrare i sogni viola, rendendosi fautore di una eliminazione che griderà imperitura vendetta. Arriva anche la semifinale in Coppa Italia, ma qualcosa comincia a scricchiolare pericolosamente. L’alchimia perfetta che, fino a quel momento aveva regnato in Fiorentina, si dissolve. Prandelli, che nel 2009 aveva ottenuto al centesima vittoria alla guida dei gigliati, superando Bernardini nella classifica degli allenatori più vincenti sulla panchina viola, viene in pratica pubblicamente delegittimato.
Lo spogliatoio, senza più un timoniere riconosciuto e appoggiato dalla Società, tira i remi in barca. Il parafulmine che, per quasi 5 anni, aveva sanato e nascosto tanti problemi e tante magagne diventa improvvisamente il nemico da combattere. La sua più grande colpa è stata puntare, per la prima volta, i piedi, chiedendo un piccolo passo in più, un ulteriore sforzo per completare una grande opera.
Nella mente di Diego Della Valle, però, le “grandi opere” sono ormai ben altre. C’è il Colosseo da restaurare, ci sono i treni dell’alta velocità da realizzare e la Fiorentina decade a ruolo di “figliastra”, da parcheggiare e affidare alle cure – e alle incurie – di dirigenti che nel mondo del calcio stanno a zero e ci stanno, pure, malvolentieri.
La Cittadella, conditio sine qua non del rilancio viola, rimane un freddo plastico buono ormai solo per una comparsata a Porta a Porta e fra la Fiorentina e i Della Valle scoppia la “crisi del settimo anno”. Rigore, freddezza, distacco e autofinanziamento sono le nuove parole chiave di un rapporto, da separati in casa, che si logora e si incrina sempre di più.

Nessun commento:

Posta un commento