lunedì 30 maggio 2016

Ultimo viene il Corvo

Aveva salutato baracca e burattini, o forse baracca e burattini avevano salutato lui, oppure si erano salutati di comune accordo, la notte passata alla storia viola come quella della vergogna. Il popolo inferocito chiedeva un capro espiatorio per l’onta subita dalla Juventus che aveva pascolato le sue bestie ed abbeverato le sue truppe sul prato del Franchi. Non si trovò di meglio che dare il benservito a lui, che per sette anni aveva avuto in mano l’Area Tecnica. Vale a dire l’approvvigionamento di giocatori. Quei giocatori a cui, dopo aver camminato vittoriosi ad Anfield Road, si era spenta la luce improvvisamente, una volta andato via Cesare Prandelli.
Le responsabilità erano disseminate un po’ ovunque, ma evidentemente fece comodo che se le addossasse tutte lui. Il quale ottemperò, senza battere ciglio. Per tutti questi quattro anni, passati tra Vernole e Bologna, mai una parola aspra, una critica amara. Altri hanno dettato le proprie memorie al web per molto meno. Lui sempre zitto, riservato. Come in attesa di qualcosa, che prima o poi poteva verificarsi. Di nuovo, magari.
Qualcuno diceva che Diego Della Valle e Pantaleo Corvino erano – e sono – congeniali e funzionali l’uno all’altro. Sembrava un’eresia, visto il modo con cui si era concluso il loro rapporto. E invece ecco qua l’A.C.F. Fiorentina annunciare la sera del 30 maggio 2016 che è lieta di comunicare che è stato raggiunto l’accordo per il ritorno a Firenze di Pantaleo Corvino, con l’incarico di Direttore Generale dell’Area Tecnica.
Corvino, già protagonista di un ciclo in viola ricco di soddisfazioni dal 2005 al 2012, si è legato al club con un contratto biennale e sarà al vertice di un comparto che verrà ampliato ed arricchito da nuove figure professionali.
Affidandosi alle competenze, all’esperienza e alle qualità professionali di Pantaleo Corvino, la Fiorentina è certa di garantire un riferimento costante alla Prima squadra e una guida per l’area scouting e il settore giovanile viola.
La Fiorentina dà il bentornato a Corvino, augurandogli buon lavoro per stagioni ricche di soddisfazioni e di successi.
Ecco qua. Tanto male non dovevano essersi lasciati, allora. L’uno, il magnate, aveva avuto modo di riflettere che con le plusvalenze del diesse ci aveva fatto quadrare altri quattro bilanci dopo averlo esautorato, a torto o a ragione. L’altro, il diesse, aveva ben chiaro che di magnati come questi in Italia ce ne sono pochi. Oddio, non è più tempo di vacche grasse nemmeno qui a Firenze, se mai lo è stato. Ma insomma, meglio di tante nozze con i fichi secchi da imbandire in tante altre piazze….
Alla fine, Diego e Pantaleo devono aver valutato che era l’ora di reincrociare le proprie strade. Patti chiari, amicizia lunga, magari. Non è più tempo di andare a prendere in Montenegro ragazzotti slavi di belle promesse e pagarli otto milioni di euro. Magari di riprendere altri ragazzotti slavi da Roma che non hanno sfondato più di tanto e per comune interesse economico sì, vedremo. Non è tempo di spendere per nuovi Toni e Gilardino che non ci sono. Non c’è un Mutu da poter sfilare al fallimento di qualche big, e nemmeno un Gonzalo o un Borja Valero. Di Cuadrado non ne parliamo nemmeno. I nomi che i giornalisti vicini alla società sono autorizzati a fare sono molto meno altisonanti. Non saranno nozze con i fichi secchi, ma magari sarà il caso di rimandare le nozze all’anno prossimo.
Di positivo, c’è che figure da Mammana non dovremmo farne più. Corvino sa che certe cose non cambiano. A Firenze, per far stare tranquillo Diego, comanda tutto il ragionier Cognigni. Con il quale il Corvo va d’accordo a meraviglia, da sempre. Se il Corvo si alza in volo, significa che l’altro corvo – pardon, ragioniere, ci è scappata…. – ha già dato il benestare. Non ci saranno più telefonate transoceaniche sul filo dell’avanspettacolo. Se si parte, si parte per prendere. Magari non si va più in là di Empoli, Frosinone e Carpi. Ma il Corvo a mani vuote a casa non ci torna.
Diamogli dunque il bentornato, insieme alla A.C.F Fiorentina. Ma siamo consapevoli che i tempi sono cambiati. Che questo è un cavallo di ritorno che non deve vincere il Gran Prix d’Amerique o Ascot. Deve correre il Palio della Pizzica. L’orizzonte dei suoi ritrovati datori di lavoro si è ristretto assai, nel frattempo. Pantaleo è l’ultimo tentativo di mantenere in vista comunque un orizzonte, dalla Torre di Maratona.
Altrimenti lo scouting del futuro lo farà qualcuno che viene da molto più lontano. Da laggiù dove sorge il sole. Il Sol Levante.


P.S. Il titolo dell'articolo è una citazione di una raccolta di racconti di Italo Calvino. Il Maestro ci perdonerà.

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