mercoledì 27 aprile 2016

La nostra dimensione

Slitta l’incontro previsto a breve tra Andrea Della Valle e Paulo Sousa. Malgrado l’inverno sia finito, è giunto il momento di tirare fuori gli slittini. Da qui alla fine di maggio Sousa, Della Valle 1, Della Valle 2, Cognigni, Rogg, Prade’ daranno vita ad un nuovo entusiasmante campionato mondiale di bob a 2, 3, 4, 5, 6. Oppure 0, a seconda delle evenienze più probabili.
C’è in gioco la nuova stagione dell’Acf Fiorentina, quella a cui si riferisce il gustoso post che va per la maggiore su tutti i social network dove si parla di viola. KEEP CALM & SI VINCE I’ PROSSIM’ANNO. Settima edizione. Alla manifestazione sono attesi tutti i principali media sportivi e non, le più grandi firme del giornalismo cittadino. Tutte con il loro armamentario di luoghi comuni sulle cause fisiche dello slittamento: telefoni che non prendono, mogli isteriche, segretarie che si scordano di passare le chiamate, server mail che non funzionano, aerei dirottati, chiamate perse, summit, slittamenti, ore decisive, si dice che.....
Siamo seri. Anche perché, dopo 14 anni, chi ha più voglia di scherzare? Si chiude l’ennesima stagione a zero titoli, si chiude malamente, dopo una Coppa Italia lasciata al primo turno al Carpi, una Europa League dove in un anno il Tottenham ci ha preso più metri di distacco che Cristiano Ronaldo a una lumaca, un campionato dove malgrado una partenza bruciante con undici punti dalla Juventus siamo riusciti a concludere in caduta libera con un quinto posto per il quale dobbiamo ringraziare un Milan ancora più insipido di noi ed un Berlusconi vistosamente senescente, mentre i punti dalla Juventus sono diventati 26, ma a favore di quest’ultima. E domenica sera s’è visto perché. Il tutto condito di figure barbine, “mammanate” varie.
Siamo al momento fatidico della stagione, quello in cui le squadre decidono il loro futuro e impostano il loro mercato estivo. Proprio quello in cui proverbialmente i Della Valle “autofinanziatori”, o per meglio dire (secondo una terminologia più calcisticamente appropriata) “braccini”, incartano puntualmente l’avvenire della loro creatura meno prediletta, la Fiorentina, lasciando occupare lo spazio che dovrebbe essere riservato alla programmazione a polemiche da cortile. Un uomo politico del passato, Rino Formica, definiva tali polemiche (ovviamente in riferimento a questioni molto più serie) roba da “comari di ballatoio”. Il livello, rappresentato con immagine efficacissima, è proprio quello lì.
Quest’anno tocca a Sousa. Va, resta, si riserva di decidere dopo il “faccia a faccia” con DV, ha già deciso, vuole garanzie, vuole un ruolo alla Ferguson. Vuole almeno un terzino (vivaddio). E’ una di quelle repliche che passano una volta al mese sulle PAY TV. Sappiamo già come va a finire, accidenti se non lo sappiamo, è oltretutto un REMAKE di vecchie pellicole dove recitavano Cesare Prandelli e Vincenzo Montella.
Ad un certo punto il protagonista contro tutto e contro tutti parte per le vacanze. Delle due l’una, o ha già altre offerte e allora telefona dalle vacanze per comunicare che si è rotto i coglioni e buonanotte suonatori, oppure è ancora senza alternative e allora farà sì che i suoi ombrosi datori di lavoro perdano i nervi, lo esonerino e continuino a passargli il lauto stipendio. Fermo restando che i coglioni se li è rotti comunque, e ne ha ben d’onde (atteggiamenti e scelte tecniche sue discutibili a parte), perché a gennaio era primo e ultimamente dura fatica a fare le convocazioni per la domenica successiva, manco fosse un coach del minibasket.
L’abbiamo buttata in scherzo. Dopo aver visto la Juve festeggiare l’ennesimo scudetto nel nostro stadio, che altro possiamo fare? Dopo aver sentito Evra dire, “la nostra rimonta è cominciata quando ci siamo resi conto che in testa al campionato c’era la Fiorentina”? Dopo aver constatato che in fondo come dargli torto per quello che poi si è visto, e che tutto sommato si fa miglior figura a stare zitti? Dopo aver sentito il patron (il più piccolo dei due, quello che si ostina ancora a venire allo stadio) uscirsene con un “sono sereno, e orgoglioso di questa squadra”?
Scherziamoci sopra, ci sono cose più serie nella vita. Ma dato che ora si parla di queste e queste ci interessano, diciamo chiaramente che per la prossima stagione più che un nuovo allenatore (si parla di Maran, con il dovuto rispetto sarebbe il caso di una pubblica riabilitazione di Vierchowod e Cavasin, in tal caso) servirebbe un nuovo proprietario. Tenendo presente che se anche fossimo così fortunati (ma la fortuna in genere aiuta gli audaci, non chi si accontenta della “propria dimensione”), avremmo davanti un anno, un anno e mezzo buono di triboli. Vendere una società di calcio al giorno d’oggi non è cosa semplice, e richiede una tempistica del genere, anche se tutto va bene.
Tra l’altro, i Della Valle investivano col braccio rattrappito quando dicevano di nutrire grandi ambizioni. Ve li immaginate nella stagione in cui ufficialmente annunciano di passare la mano? Roba da brividi, meglio non pensarci. Oltretutto sono ombrosi, permalosi, vendicativi.
Meglio farseli venire, i brividi, a seguire le ultime miglia della cavalcata leggendaria di Claudio Ranieri e del suo Leicester in Premier League. YES WE CAN, dicono gli inglesi. NO ‘UN SI POLE, rispondono da Firenze tutti coloro che si sono convinti che questa è la nostra dimensione.

Befani vendeva stracci a Prato, Baglini vendeva inchiostri a Firenze Nova. Domandatelo a loro, quando li rivedrete, qual era la nostra dimensione.

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