Dai, picchia e mena, venne il
giorno della prima azione legale vinta dalla Fiorentina. E’ soltanto un
ricorso, non una vera e propria causa, ma fa epoca. Finora i principi del Foro
assoldati dai Della Valle non ne avevano azzeccata una. Da oggi, i titoli
restano sempre zero, ma le sentenze passano a una.
Succede che la Virtus Entella
stracci sul campo la Fiorentina Primavera al Torneo di Viareggio, praticamente
eliminandola al primo turno (complimenti tra l’altro allo staff tecnico che ha
allineato un settore giovanile fin troppo promettente alla prima squadra, se
non nello spessore tecnico almeno nei risultati). Peccato che si dimentichi che
i fuoriquota possono essere non più di quattro (che sono già tanti) e ne
schiera uno di troppo, Luca Oneto.
Successe anche alla Fiorentina,
nell’ormai lontano 1977. In
Coppa UEFA contro lo Schalke 04 nessuno nella società allora di proprietà del
compianto Ugolino Ugolini si ricordò che Gianfranco Casarsa era squalificato e
non poteva scendere in campo. Risultato, 3-0 a tavolino per i tedeschi e Fiorentina sempre
più a fondo nell’annata che si concluse con la salvezza all’ultimo tuffo di
Sella & C.
Stavolta è la società ligure con
sede a Chiavari a fare la figura della sprovveduta, e la società viola a beneficiare
di una sentenza ineccepibile a termini di regolamento, che le regala tuttavia
un’ancora di salvataggio al prestigioso torneo giovanile e le evita un’ulteriore
figuraccia di cui a questo punto di una stagione che si sta complicando a vista
d’occhio nessuno sentiva il bisogno.
La Fiorentina squadra va avanti (forse)
a Viareggio, mentre la Fiorentina società festeggia un successo. Certo, è di
carta bollata. Certo, la Virtus Entella non è la Roma né il Chelsea, che hanno
sicuramente dirigenti e avvocati migliori. Attorno ad Oneto, con tutto il
rispetto, ballano indubbiamente tanti meno soldi che attorno a Salah o Llajic. E
una società fin troppo propensa a litigare con l’universo mondo (del calcio e
non) e a trasferire in tribunale i propri litigi prima o poi per la legge dei
grandi numeri una ragione se la doveva pur veder riconoscere.
Resta tuttavia anche in questa
circostanza un qualche retrogusto di amaro in bocca. Diciamo la verità, questa Fiorentina
dei Della Valle diventata improvvisamente crepuscolare fa poca simpatia. Ne
faceva poca, dal 2005 in
poi, fuori di Firenze. Comincia a farne meno anche tra i propri stessi tifosi. Abbiamo
appena finito di dire ai tifosi juventini intristiti dalla eliminazione in
Champion’s che ha ragione Guardiola, tecnico del Bayern: “"Quando si perde
si stringe la mano alla squadra che ha vinto e si va a casa". Ecco,
sciocchezza regolamentare a parte, fa più simpatia l’Entella che la sua
vittoria sul campo se l’era meritata (2-0 senza discussioni) della Fiorentina
che per una volta è stata consigliata bene dai suoi addetti alla carta bollata.
Nel frattempo, la sentenza sul
caso Salah si allontana a distanza di binocolo, com’era prevedibile. In
compenso pare che si avvicini la causa a proposito del caso Benalouane. Figurarsi
se a Viale Manfredo fanti non avrebbero condito un ennesimo figurone di
calciomercato con una consulenza -sicuramente interessata - di qualcuno dei
soliti principi del solito Foro che spinge per nuova carta, sempre
rigorosamente bollata. E via, verso nuove avventure.
Il popolo viola si interroga sul
perché la proprietà Della Valle si ostini a tenere alle proprie dipendenze uno
staff dirigenziale capace di “cannare” in maniera così plateale le scelte di
mercato (per di più quando sei in testa al campionato e senti che la coperta si
accorcia e non ti protegge più dal freddo che fa lassù, secondo la celebre
definizione del Trap). Ma il popolo viola, che una volta le risposte se le dava
da solo, magari celebrandole in Viale dei Mille o in Piazza Savonarola con kermesse
di popolo assai partecipate e rumorose, adesso attende lumi da una stampa che
ne sa meno di lui ma che in compenso ha interesse che il sistema “si tenga”.
Le risposte sarebbero semplici.
Non è Prade’ il colpevole come non era Corvino. Se tu compri un giocatore rotto
a poche ore dalla fine del calciomercato e poi ti difendi dicendo che non avevi
tempo di fare le visite mediche, o sei un pressappochista (ma allora non sei
quel Daniele Prade’ che ha salvato per anni la Roma di Sensi dal tracollo
fiscale e finanziario consentendole di restare ai massimi vertici del calcio
italiano) o stai cercando di coprire i tuoi datori di lavoro, per ovvi e
reciproci motivi. Parafrasando Enrico IV, Firenze val bene una figura a
bischero.
I responsabili della pessima gestione
viola hanno nomi e cognomi ben precisi: Diego e Andrea della Valle. Tutto il
resto è aria fritta in pasto al popolo. Viola.
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