giovedì 21 luglio 2016

Non capisco, non mi adeguo

L’ultima foto che ritrae un Paulo Sousa sorridente risale agli auguri di Natale 2015. Poi, immancabilmente, ha addosso la stessa espressione del fratello di Michael Corleone, Fredo (ci somiglia anche), quando lo portano a fare l’ultima gita in barca.
Non vorremmo attirarci querele, visto che in casa Della Valle si spendono per avvocati (e cause regolarmente perse) tutti i soldi che si risparmiano per i calciatori. Ma questo paragone con il Padrino è decisamente stimolante. Alluzzante, come si dice in gergo tra il folto pubblico di fiorentini che solitamente segue le vicende viola, e che non si è voluto far mancare nemmeno la trasferta in Val di Fassa, anche quest’anno.
C’è tanta gente a Moena, a vedere la genesi di questa Fiorentina 2016-17, nonché il recupero di Giuseppe Rossi che il mister Sousa ha annunciato con lo stesso entusiasmo con cui avrebbe comunicato il decesso del proprio animale d’affezione. E allora, di fronte a tanta allegria e manifesta voglia di vivere (con quello stipendio, poi), si ritorna lì. Gli avranno mica fatto la proposta che non si può rifiutare?
Intendiamoci: la citazione dalla saga di Coppola la vogliamo destituire di fondamento noi per primi. Non sia mai avessimo a finire per pagare noi le spese processuali anche per Salah & company. Ma insomma, sapendo che notoriamente in casa Della Valle i contratti si rispettano, vien da pensare: che gli avranno offerto, per ritirare le dimissioni ed onorare il secondo anno? O meglio, cosa gli avranno minacciato?
Son tempi duri per il gruppo Tod’s. RCS scivola via, nelle sapienti e capienti mani di Urbano Cairo che sta allestendo tra l’altro un Torino di caratura almeno non inferiore alla Fiorentina. Il patron Diego reagisce allo stesso modo di quando pretendeva di mettere a sedere ad un tavolino Massimo Moratti a discutere di fair play. Hai voglia a chiedere garanzie di trasparenza alle authority, in Italia. Viene in mente la canzone di Guccini, a proposito dello sconsolato imprenditore marchigiano, a cui non ne sta andando bene una: vedi caro, è difficile spiegare, è difficile capire, se non hai capito già.
Tempi duri, pieni di amarezze. E così finisci per non renderti conto che – volente o nolente – ti ritroveresti una squadra quasi già fatta, e con poca spesa potresti farne non diciamo uno squadrone, ma insomma. E rifarti di tante amarezze, se appena appena del calcio ti importasse qualcosa.
Il Gomez che ti torna dagli Europei è un giocatore rivalutato al di là di ogni più rosea previsione. Il tuo investimento può fruttare quanto e più di Italo. Fallo giocare, e regalaci finalmente quella coppia Rossi-Gomez su cui tu stesso avevi creduto, oltre che investito. Oppure vendilo, e reinvesti, senza litigare con i Turchi peggio di Obama con Erdogan dopo il colpo di stato.
Per Tello, cosa aspettiamo? Che al Barcellona girino talmente le scatole da accettare la prima proposta del primo bischero che passa, però con due piotte pronte in mano? Un po’ come il Torino con Llajic? A proposito, ci faceva scomodo il figliol prodigo che tornava a casa maturato e motivato?
E di Rossi, ne vogliamo parlare? La notizia del suo recupero è stata data – non solo da Sousa – con empatia pari a quella con cui fu annunciato il crollo della spalletta dell’Arno vicino al Ponte Vecchio. Ma non basta. Dice, abbiamo quattro attaccanti, ne dobbiamo dare via almeno tre.

Scusa,  Diego, ma non fai prima a dare via la Fiorentina?

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