L’ultima foto che ritrae un Paulo
Sousa sorridente risale agli auguri di Natale 2015. Poi, immancabilmente, ha
addosso la stessa espressione del fratello di Michael Corleone, Fredo (ci
somiglia anche), quando lo portano a fare l’ultima gita in barca.
Non vorremmo attirarci querele,
visto che in casa Della Valle si spendono per avvocati (e cause regolarmente
perse) tutti i soldi che si risparmiano per i calciatori. Ma questo paragone
con il Padrino è decisamente stimolante. Alluzzante, come si dice in gergo
tra il folto pubblico di fiorentini che solitamente segue le vicende viola, e
che non si è voluto far mancare nemmeno la trasferta in Val di Fassa, anche
quest’anno.
C’è tanta gente a Moena, a vedere
la genesi di questa Fiorentina 2016-17, nonché il recupero di Giuseppe Rossi
che il mister Sousa ha annunciato con lo stesso entusiasmo con cui avrebbe
comunicato il decesso del proprio animale d’affezione. E allora, di fronte a
tanta allegria e manifesta voglia di vivere (con quello stipendio, poi), si
ritorna lì. Gli avranno mica fatto la proposta che non si può rifiutare?
Intendiamoci: la citazione dalla
saga di Coppola la vogliamo destituire di fondamento noi per primi. Non sia mai
avessimo a finire per pagare noi le spese processuali anche per Salah &
company. Ma insomma, sapendo che notoriamente in casa Della Valle i contratti
si rispettano, vien da pensare: che gli avranno offerto, per ritirare le
dimissioni ed onorare il secondo anno? O meglio, cosa gli avranno minacciato?
Son tempi duri per il gruppo Tod’s.
RCS scivola via, nelle sapienti e capienti mani di Urbano Cairo che sta
allestendo tra l’altro un Torino di caratura almeno non inferiore alla
Fiorentina. Il patron Diego reagisce allo stesso modo di quando pretendeva di
mettere a sedere ad un tavolino Massimo Moratti a discutere di fair play. Hai
voglia a chiedere garanzie di trasparenza alle authority, in Italia. Viene in
mente la canzone di Guccini, a proposito dello sconsolato imprenditore
marchigiano, a cui non ne sta andando bene una: vedi caro, è difficile
spiegare, è difficile capire, se non hai capito già.
Tempi duri, pieni di amarezze. E
così finisci per non renderti conto che – volente o nolente – ti ritroveresti
una squadra quasi già fatta, e con poca spesa potresti farne non diciamo uno
squadrone, ma insomma. E rifarti di tante amarezze, se appena appena del calcio
ti importasse qualcosa.
Il Gomez che ti torna dagli
Europei è un giocatore rivalutato al di là di ogni più rosea previsione. Il tuo
investimento può fruttare quanto e più di Italo. Fallo giocare, e regalaci
finalmente quella coppia Rossi-Gomez su cui tu stesso avevi creduto, oltre che
investito. Oppure vendilo, e reinvesti, senza litigare con i Turchi peggio di
Obama con Erdogan dopo il colpo di stato.
Per Tello, cosa aspettiamo? Che
al Barcellona girino talmente le scatole da accettare la prima proposta del
primo bischero che passa, però con due piotte pronte in mano? Un po’ come il
Torino con Llajic? A proposito, ci faceva scomodo il figliol prodigo che
tornava a casa maturato e motivato?
E di Rossi, ne vogliamo parlare?
La notizia del suo recupero è stata data – non solo da Sousa – con empatia pari
a quella con cui fu annunciato il crollo della spalletta dell’Arno vicino al
Ponte Vecchio. Ma non basta. Dice, abbiamo quattro attaccanti, ne dobbiamo dare
via almeno tre.
Scusa, Diego, ma non fai prima a dare via la
Fiorentina?
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