Chi scrive, non ha visto la
partita Fiorentina - Team Trentino, prima uscita stagionale della compagine
viola 2016-17. Per quanti peccati uno possa aver commesso nella vita, la pena –
diceva Beccaria – deve essere sempre commisurata alla colpa. E perciò certi
supplizi non devono essere giammai inferti a chicchessia.
Riportano le cronache di una
vittoria per 10 – 1, dove quell’1 sta a testimoniare di una non felice prova
della difesa viola. O quantomeno di quella parte della difesa viola che si sta
allenando gli ordini del mister Sousa. L’altra parte is blowing in the wind.
A Corvino hanno messo in mano un retino da farfalle, con quello dovrebbe
acchiappare un paio di terzini di qui a fine agosto. Pare che la nouvelle vague
sia adesso il campionato olandese. Quello serbo, a regola, è diventato troppo
caro per i braccini, pardon, per i portafogli viola.
Chi scrive, già che c’era, s’è guardato
bene dal sorbirsi anche la prima conferenza stampa stagionale di Paulo Sousa. Dice
che c’era un entusiasmo come da primo giorno di scuola alla ripresa dell’anno
scolastico. Frase memorabile: “Non mi aspetto acquisti, io penso ad allenare”.
Ecco.
La Fiorentina è una pentola che
bolle, con la temperatura e la pressione che stanno raggiungendo livelli di
attenzione. Per il livello di guardia, bisognerà attendere le prime partite
ufficiali e vedere quanti punti avremo messo in classifica dopo le prime
quattro – cinque di campionato.
E’ calcio di luglio, nemmeno d’agosto.
Tra un mese magari battiamo il Bayern Monaco in amichevole preagonistica, o preagonica
se si preferisce, e cambia tutto. Adesso si vive di sensazioni. La prima delle
quali è che questo mister così poco entusiasta possa non mangiare il panettone.
O non tirare i coriandoli a Carnevale. O non mangiare la colomba pasquale. Il suo
entusiasmo per il progetto” è pari alla voglia dei Della Valle di portarlo
avanti. Di solito questa è una miscela esplosiva altamente instabile, come la
nitroglicerina. Dipende a quale delle due parti saltano prima i nervi, ma di
sicuro a qualcuno saltano. Dipende dalle solite quattro – cinque partite di
inizio campionato, e da come vanno.
Altra sensazione. La Fiorentina è
una squadra da sistemare, finire di allestire, registrare. Ognuno usi il
termine che preferisce. Quella che si sta allenando a Moena è una Primavera
allargata, mancano i reduci dall’Europeo e gli eventuali acquisti. Ormai è
diventato un trend. Chi si allena d’estate non gioca d’inverno. Finiti i tempi
di quei bei ritiri in cui si partiva per Roccaporena con tutti gli effettivi,
primi giorni corse in salita e basta prima di vedere il pallone. Chi arrivava a
vedere il pallone faceva anche la foto ricordo e finiva nell’album delle figurine con la maglia viola, per tutta la stagione successiva.
Tuttavia, a vedere le cose da un
altro punto di vista, la Fiorentina attuale sarebbe una squadra che avrebbe
molto di più di quello che si rende conto di avere. Un attacco potenziale Gomez
– Rossi – Kalinic quante squadre ce l’hanno in Europa? Il tedesco è tornato
dagli europei rigenerato. Il croato idem. Quanto a Rossi, sempre in termini di
sensazioni si può dire che se non ce lo stroncano qualche cosa come seconda
punta può ancora combinarla. In viola, intendiamo.
Con un attacco così ed un
centrocampo sui livelli della scorsa stagione, veramente basterebbero un par di
terzini. Centrali di difesa ne abbiamo a iosa. Portieri idem, più noi dell’Excelsior.
Non mancherebbe neanche tanto per poter dire la squadra è a posto. Al netto
degli affari sfumati, delle giovani promesse lasciate scappare via e di tutti i
soliti discorsi. Questi, i Della Valle, non vogliono più spendere né lambiccarsi
la testa con questo gioco troppo complicato. Ma a rigore di autofinanziamento
basterebbe anche poco per fare una squadra più che discreta.
Problema. Rossi, Gomez e Kalinic
(per non parlar di Babacar) guadagnano da soli più del resto della squadra
messo insieme. Bisogna limare il monte ingaggi è uno slogan che furoreggia da
tempo, e che anche quest’anno è scritto a caratteri cubitali sul frontone dello
Stadio Franchi. Ergo, il Gomez tornato Gomez fa gioco per essere venduto, non
per farci qualche gol. Mentre l’INDA volteggia intorno a Bernardeschi come un avvoltoio
e la Roma girella come uno squalo intorno a Borja Valero, altra sensazione è
che qualche brandello di carne prima o dopo ce lo staccano. Magari agli ultimi
giorni di mercato, quando non trovi più nemmeno il disinfettante per medicarti.
Diego Della Valle è uomo dalle
tante idee, ma confuse. Di tutto ciò che voleva fare da grande, a parte le
scarpe e la ristrutturazione del Colosseo, sembra sulla strada di concretizzare
ben poco. La discesa in campo in politica si è concretizzata in poche frasi
sconnesse pronunciate al cospetto di Lilli Gruber. La costruzione del nuovo
stadio si è arenata su secche ampiamente segnate sulle carte nautiche. Il
braccio di ferro con Nardella peraltro è più patetico che avvincente, a questo
punto. Quanto alla Fiorentina, i risultati parlano da soli, dopo quattordici
anni.
Parla anche Patrizia Panico, dall’altra
metà del cielo viola. Nel salutare per sempre la Fiorentina Women’s, la bomber romana
che era stata il valore aggiunto di una squadra viola femminile destinata la
scorsa stagione a grandi cose non le manda a dire.
“Quel progetto però, che mi
ha convinto a mettermi in gioco con l'entusiasmo di una ventenne, oggi si è
arenato e forse addirittura ha fatto qualche passo indietro: la Fiorentina ha
ridimensionato le ambizioni, diciamo così, e di conseguenza non ci sono state
più chiarezza, correttezza e trasparenza sul percorso che, intrapreso nella
scorsa stagione, questa squadra dovrebbe continuare a fare”.
Parole che non hanno bisogno di commento. Continua
la Panico, inviando il proprio ringraziamento “ai tifosi e alla città
che meritano di più: meritano che le due maggiori squadre di Firenze, la maschile
e la femminile, siano costruite col reale intendimento di competere con le
forze più grandi, sia del nostro campionato sia d'Europa. A questi tifosi
sempre vicini e partecipi, capaci di riempirti di attenzione e amore, la
società deve dare squadre di spessore e qualità. E non false illusioni”.
No comment, appunto. Siamo perfettamente allineati,
dunque, maschi e femmine. Una cosa va riconosciuta a questi Della Valle. Dopo il
fair play a tutti i livelli possono dire di aver attuato anche la parità di
genere: braccini al maschile, braccini al femminile. Titoli rigorosamente zero.
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