Ti alzi, vai a fare colazione al bar, e sulla locandina di un noto
quotidiano cittadino leggi: Baby viola ko, l’Ajax su Mario Gomez. Ti prende
uno di quei nervosi che andresti dritto filato dal sig. Giovanni Cialdini a
sentire se gli è avanzato un secchio di quella roba. E poi via, verso Casette
d’Ete. Saltando anche la colazione.
Mentre il popolo viola si diletta con il tormentone estivo della top
11 (capirai, non l’abbiamo mai fatto, sono 50 anni che cerchiamo di stabilire
se Sarti è meglio di Albertosi, se Antognoni è meglio di Julinho, se Batistuta
è meglio di Hamrin, e altre sciocchezze del genere che servono tanto a
distogliere l’attenzione dal presente gramo), una Fiorentina che non è la prima
squadra né la Primavera va in campo a Cesena e perde due a zero. Secco. Le
cronache, per chi ha voglia di leggerle (avendo previdentemente omesso di
seguire la partita in streaming), parlano di una Viola arruffona, senza difesa,
sempre in affanno, con un Babacar al suo peggio (difficile, ma ancora
possibile). Con un Sousa che alla fine parla di inatteso fuori pista, o giù
di lì.
Ieri mattina, a leggere l’elenco dei convocati per la trasferta in
Romagna pigliava male. Va bene, i reduci da Europei e Copa America ancora
smaltiscono le ferie pregresse. Va bene, c’è qualche infortunato da primi
contraccolpi agonistici (non siamo più a Roccaporena, ma anche a Moena qualche
salitina da fare c’è, non foss’altro per andare in sala pranzo all’albergo). Ma
dico io, benedetto il Signore, domani l’altro è agosto, ultimo mese di
calciomercato. Possibile che l’elenco dei convocati della Fiorentina sia come
quello di quando si faceva le squadre per il meccettino a porticine di quando
s’era ragazzi??? Ma Corvino, e Sousa che è in piena sintonia con lui, che
diamine fanno?
Dice, non c’è soldi. Mah, Diego è sempre nei primi dieci di Forbes,
che ci ha messo il cappello stavolta per rientrarci?
Dice, c’è il fair play, bisogna vendere e poi comprare. Forse a questo
punto bisogna tenere? Non lo so, ma questo Mario Gomez, centravanti titolare
della Germania campione del mondo a noi ci fa così tanto schifo? Loew è un
cretino e Sousa un genio? Dice, ma c’è da pagarlo. Quando venne tre anni fa,
era a gettone?
Dice, Corvino fa così, aspetta agli ultimi giorni a tirare le reti che
getta. Facciamo una cosa, allora, ammesso che sia vero. Aboliamo la
preparazione estiva. Che si va a fare in ritiro o a giocare queste amichevoli
se tanto chi va in campo a luglio non è chi ci va poi a settembre? Cioè quando
devi partire a palla perché trovi subito Juventus, Roma e Milan, per non
parlare della Europa League dove anche un Trabzonspor o un Apoel di Nicosia ti
fanno girare le scatole a ventola?
I proprietari della Fiorentina forse non se la passano bene. Psicologicamente,
intendiamo dire. Uno è lì a cercare di capire che è successo al Corriere della
Sera, era lì che lo voleva comprare, con i soldi in mano, bam, l’ha preso
Cairo. Seguiranno, presumibilmente, due o tre anni di polemiche sterili con
Cairo e il mondo, come quelli seguiti a Calciopoli con Moratti.
L’altro fratello l’ha ritrovato l’aria di Moena. E’ venuto, ha detto
un po’ di banalities (scusate l’inglese, ma chi scrive avrebbe tanta voglia
di Dellavallexit, chissà se si capisce), è ripartito e adesso fino alla prima
di campionato non si rivede più.
E noi qui, alle prese con il giochino del top11 (alla migliore
formazione in premio una gigantografia di Ariatti firmata da ADV in persona) e
con la spasmodica attesa della sagra del tortello viola. La festa dei 90 anni
della Fiorentina, di cui negli ultimi 14 in particolare non c’è da festeggiare
assolutamente nulla. Una vittoria in amichevole estiva con il Real, una con il Barcellona.
End of transmissions.
Dice, ci saranno tutti i presidenti del passato. No, cari amici, ci
saranno solo quelli che non hanno vinto un cazzo (ci si scusi il latinismo,
stavolta). Quelli che hanno messo trofei in bacheca sono tutti morti, pace all’anima
loro. Senti se è passato un giorno da quando la Fiorentina vinceva.
Dice, ci sarà anche Vittorio. Cari signori, scherziamo e sfottiamo
poco. Si può pensare ciò che si vuole dell’ultimo Cecchi Gori, ma se oggi
qualcuno è a baloccarsi con il giochino del top11 e ha da scegliere tra Hamrin
e Batistuta, tra Toldo e Galli, tra Rui Costa e Roberto Baggio, è anche grazie
a lui. Che quando andava in Argentina, o ci mandava il famigerato Luna, tornava
con il Re Leone, non con figure da Mammana.
Ma tant’é. La sagra del tortello viola si avvicina. Quando si
mangia, le polemiche si fanno da parte. A tavola non invecchia nessuno,
figurarsi vecchie glorie e giornalisti. Nel frattempo si avvicinano anche il 31
agosto e l’avvio di una stagione che potrebbe essere meno divertente di quello
che sembra adesso. L’abbiamo scritto e lo ribadiamo, nel 1977 in estate c’era
un clima più o meno così. Confrontare almanacchi per conoscere il seguito, chi
non c’era.
Chissà se il sig. Giovanni Cialdini tiene da parte delle scorte della
sua “roba”. Stai a vedere se prima o poi con questi non torna utile. E poi
tutti a Casette d’Ete.
In un modo o nell’altro si prospetta una stagione di merda.