Leggo le solite recriminazioni
sull'arbitraggio. Finché non si perderà l'attitudine al vittimismo, non andremo
mai da nessuna parte (ammesso che con questa proprietà si possa mai andare da
qualche parte).
Anzitutto, il fallo di mano di Bernardeschi sulla linea di porta c'é, ed è di quelli che un arbitro qualsiasi è portato a valutare come determinante e volontario.
Anzitutto, il fallo di mano di Bernardeschi sulla linea di porta c'é, ed è di quelli che un arbitro qualsiasi è portato a valutare come determinante e volontario.
Dopodiche, a norma del regolamento attuale, rigore ed espulsione
vengono di conseguenza. Sono il primo a considerare l'estromissione di Federico
dal match, e la conseguente squalifica per Roma (o Pescara?) come una
disgrazia, ma l'episodio purtroppo è ineccepibile per come è stato gestito. Sui
fuorigioco e i cartellini prima dopo e durante, soliti discorsi. Ci stanno bene
quando sono a favore nostro, ci scatenano il complottismo endemico quando sono
contro. Siamo diventati dei "Piagnoni" peggio di quelli di
Savonarola.
Questione gestione societaria.
Ragazzi, è questa. E non da ora, dai tempi di Prandelli. Cambiano gli
allenatori, i giocatori, il prodotto non cambia. Questi due venuti dalle Marche
sono due avventurieri, due incapaci, due arruffoni, due mestieranti, non so più
come definirli, figuriamoci insultarli. Hanno arraffato una società di calcio
per diventare qualcuno, otterranno il risultato di far diventare la Fiorentina
NESSUNO. Quando poi la squadra finisce in mano ad un altro incapace come Paulo
Sousa, e grazie alle campagne acquisti napoleoniche degli ultimi anni ti
ritrovi ad andare a Pescara con una linea difensiva così configurata: De Maio,
Sanchez, Tomovic (e meno male che si va a Pescara), il mazzo è completo. Ci si
meraviglia ancora di qualcosa?
P.S. Vorrei dire in faccia a
Sousa una cosa soltanto: con la squalifica di Bernardeschi domenica a chi li
romperai i coglioni con le tue decisioni del cazzo?
Terzo, e concludo. Leggo di gente
che ancora si lamenta del tifo. Abbonati e spettatori paganti che non cantano
più, non si entusiasmano più, non "tifano" più. Il processo di
involuzione di Firenze, dei fiorentini, della Fiorentina, della fiorentinità è
in atto da più di vent'anni (e non la butto in politica volutamente,
altrimenti....). I della Valle hanno dato soltanto la "mano di
coppale", come si diceva una volta. Ai vecchi fiorentini questi due
signorotti venuti dalle Marche sarebbero venuti sul cazzo in un battibaleno, e
qualcuno o prima o dopo avrebbe corso, o per il Viale dei Mille, o in Piazza
Savonarola, o verso la Consuma. Quella gente non c'é più. Non ci siamo più.
Siamo diventati un popolo che ingoia tutto. Come le puttane.
Quando Mario Cognigni certificò
la morte del "tifoso" e la sua sostituzione con il
"cliente", dimenticò di specificare se quel termine lo usava
nell'accezione ragionieristica o in quella latina. Chi ha fatto studi classici
sa che in latino "clientes" significa "tributari", coloro
cioé che bazzicavano i palazzi dei Patrizi, dei grandi signori, perché
campavano di briciole gettate loro dal tavolo di quei signori, svolgevano
attività collaterali utili alla casa ed alle proprietà di quei signori, facevano
parte della plebe che in un modo o nell'altro sbarcava il lunario grazie alla
benevolenza o all'indotto delle attività di quei signori.
Questo è diventata la gente che
va allo stadio, o si mette davanti a Sky. E' chiaro che mettersi in discussione
per questa "clientela" è devastante, il lavoro di psicoanalisi su se
stessi è uno dei più difficili e ingrati. Molto più facile dare le colpe di
tutti i mali ai complotti, agli arbitri, a Tomovic. Mai, comunque, MAI, MAI,
MAI ai fratelli Labionda - Della Valle.
Alla prossima, con gli stessi
discorsi.