La stagione è alla fine. Il
pallone ha da rotolare, stancamente sospinto da svogliati attori in attesa del
sipario e del rompete le righe (peraltro già rotte da tempo), ancora un paio di
volte. Poi il calcio giocato lascerà definitivamente il posto a quello parlato.
Sarà tempo di calciomercato, la fiera delle vanità e delle illusioni. Firenze
tornerà capitale. Delle chiacchiere e delle favole, avendo mancato di esserlo
davvero sul campo, per scelta dei suoi signori.
Dopo quattordici anni, dovremmo
essere abituati a certe dinamiche. La società meno comunicativa della storia
viola (e forse del calcio intero) si picca di investire nella comunicazione (o
presunta tale) quello che non investe in giocatori e strutture. Lo scopo
dovrebbe ormai esserci chiaro. Come nel Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, perché
nulla cambi tutto deve cambiare. Via al nuovo progetto, che poi è sempre
quello vecchio: tirare fuori dal cappello il coniglio dal nome che eccita o
almeno intriga la platea. E ricominciare da capo un nuovo ciclo destinato a
finire un giorno non lontano dove finiscono tutti i cicli dei Della Valle: al
quarto posto (che palle), al pareggio di bilancio, a gironi di andata e/o di
ritorno che sono una rottura di scatole ed una sofferenza per chi ormai l’abbonamento
l’ha già fatto. O per chi malgrado tutto ci crede ancora.
Torna Corvino, resta Sousa,
arriva Mandrake. In questi giorni sulla stampa specializzata si legge di tutto.
Consapevoli (gli addetti ai lavori) che verba volant, quello che è scritto
stamani domattina serve per incartare il pesce ed al 99% nessuno se ne ricorda
più (e meno male).
Le favole della buonanotte sono
ormai il pane di questa città da quando ha rinunciato al suo orgoglio (più o
meno giustificato) e si è affidata in tutti i settori della sua vita, calcio
compreso, a dei mestieranti, per di più gente che ha a cuore soltanto el suo particolare,
come diceva Guicciardini. Nel calcio, siccome al momento buono di autoctoni non
s’era fatto avanti nessuno, furon chiamati questi signorotti dalle Marche, come
usava ai tempi di Dante. Diversamente dai tempi di Dante, ci siamo poi dimenticati
di esiliarli non appena è stato chiaro che non avrebbero risollevato le sorti
del comune. Anzi.
Piuttosto che inseguire la ridda
di voci su torna questo, va via quello che da ora a settembre allieterà le
nostre mattinate, preferiamo fare un ragionamento su qualche scenario più
attendibile. Credendo di fare cosa gradita al pubblico viola.
Dunque, dopo aver dimostrato che
l’unico scudetto a cui gli stilisti della calzatura marchigiani tengono è
quello del bilancio, siamo arrivati al punto in cui va programmato il prossimo.
Di scudetti, di bilanci, di progetti, chiamatelo come meglio vi piace.
Delle tre, l’una. Vanno via.
Ipotesi suggestiva, quanto sinistra nelle sue ricadute. Un anno, un anno e
mezzo è quello che ci vuole mediamente ad una proprietà di squadra di calcio
per passare la mano e ad un’altra per subentrare, dal momento in cui si
cominciano ad esaminare i libri contabili a quello in cui si va finalmente da
un notaio. In questo lasso di tempo, che dura più di un campionato, ci sarebbe
da reinvestire in un parco giocatori che quest’anno – a prescindere da ogni
altra considerazione – ha mostrato di essere assai ridotto ed usurato, nella
testa e nel fisico.
Siamo a discutere del mancato
rinnovo a Pasqual. Gratitudine (doverosa) a parte, trattasi di giocatore di 34
primavere. Non è un buon segno che il mercato della Fiorentina parta da lì. Non
è un buon segno che il diesse attuale sia anch’egli senza contratto, che vada
o che resti. Avvalorerebbe l’ipotesi del cambio di proprietà, assieme ad altri
segnali di smobilitazione. Sempre se dentro l’A.C.F. Fiorentina c’è ancora una
logica, del che ci permettiamo di dubitare.
Seconda ipotesi. Restano. Così come
sono. Con l’autofinanziamento, la manfrina della Cittadella-Stadio, la
scommessa su un nuovo tecnico emergente e una serie di giocatori da reinventare
o da fare esplodere (possibilmente non in faccia ai tifosi, come i recenti Tino
Costa e Benalouane). Delle tre ipotesi, è quella più angosciante, e volutamente
la liquidiamo brevemente. Non so voi, ma a noi un altro campionato come quello
appena concluso provoca l’herpes zoster. Addormentarsi alle partite di calcio
non è bello, incavolarsi oltremisura nemmeno. Ci sono passatempi più economici
e anche divertenti.
Terza ipotesi. Restano, ma con
un partner che porta soldi freschi. Cinese, arabo, russo, o come diavolo dev’essere.
Minoritario o maggioritario. Non ha importanza. Basta che ci levi da questa
palude dell’autofinanziamento, della plusvalenza, del fair play finanziario,
del terzo tempo, della telefonata di assenso a Cognigni per qualsiasi cosa,
dall’acquisto della carta igienica a quello di un terzino.
Qualunque sia lo scenario che si
va disegnando, ci aspetta un’estate complicata, cari amici viola vicini e
lontani. Un’estate in cui prima di tutto si vende. Poi, se del caso, si
ricompra. Ma quando i pezzi meglio sono già andati altrove (magari compresi i
nostri), perché le altre società la programmazione l’hanno già fatta, più o
meno al tempo in cui Andrea Della Valle faceva le bizze con i giornalisti e per
far loro dispetto si tagliava il microfono.
Poi magari arrivano Robben e Xabi
Alonso, con Mourinho che vuole riaprire un nuovo ciclo in provincia, scegliendo Firenze per i suoi
monumenti e per la bonomia dei suoi abitanti. O magari la sera del 31 agosto
siamo ancora a pietire da Ramadani qualche uomo di fascia sinistra perché Marcos
Alonso aveva voglia di chiudere la carriera al Real Madrid e tanto ha detto,
tanto ha fatto che è stato accontentato quella mattina stessa. “Alle ore 18,50
la Fiorentina annuncia poi di essersi assicurata le prestazioni del difensore
del Chievo Alessandro Gamberini, al quale rivolge un caloroso bentornato”. O
giù di lì, roba del genere.
Film già visto? Ricordatevene la
prossima volta che leggete sul giornale, qualsiasi giornale, che la Fiorentina
sta valutando l’ingaggio di Harry Kane o in alternativa di Jamie Vardy, e si
riserva di sciogliere il dubbio entro la sessione di mercato, o tutt’al più
nella successiva di gennaio. Gli emissari viola sono già a Londra.
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